Lo hanno chiamato paradiso dei fondisti e alternativa al Maniva. Per noi, semplicemente, è la strada più formaggiosa d’Italia, e ha un nome che ancora in pochi conoscono: Passo Gaver. Ci troviamo sul Siltar, un tratto di montagna che tocca anche il celebre Passo Maniva (di cui questa strada è una vera alternativa) e che è situato al confine tra Lombardia e Trentino. Una zona ricca di piccoli e grandi laghi, riparata dalle propaggini delle Prealpi Gardesane, lontana dal caos delle città di fondovalle e con un piccolo record: un solo percorso che unisce tre valli tra lepiù importanti del Bresciano: Val Sabbia, Val Camonica e Val Trompia. Insomma, un itinerario “secondario” ma che non rinuncia a tante piccole prelibatezze – anche gastronomiche – che i motociclisti amano ritrovarsi sul proprio percorso. Che si fa, si parte?
La strada verso il Passo Gaver parte da Breno, uno dei comuni toccati dalla Statale 42 del Tonale e della Mendola. Prendiamo da qui la SP345 in direzione sud, oltrepassando la deviazione per il Maniva e arrivando dopo circa 7 chilometri al Siltar de Gaver. Da qui, il colpo d’occhio sulle Prealpi Lombarde è davvero incredibile. Ridiscendiamo sulla Provinciale 669 e in 13 km raggiungiamo la deviazione per il Giogo del Maniva. Da qui, però, proseguiamo in direzione di Bagolino (tappa che, come vedremo, è assolutamente imperdibile) e poi, sempre seguendo la SP669, arriviamo a Ponte Caffaro, sulle sponde nord del Lago d’Idro.
A 13 chilometri dalla “cima” del Gaver c’è uno dei borghi più autentici di tutta la Lombardia: Bagolino. Un cuore antico di case arroccate su un colle, con le tradizionali architetture della montagna lombarda, tra balconi in legno e immancabili bontà locali. In questo caso, il Bagòss, rigorosamente con l’accento sulla O. Prodotto tradizionale della Val Sabbia, che viene fatto stagionare da 1 a 3 anni e con l’aggiunta di una punta di zafferano. Un formaggio sapido, da consumare da solo o grattugiato su pasta e risotti, perfetto per i rigidi climi invernali. Nel borgo ammirate l’imponente Chiesa di San Giorgio e, d’inverno, non perdetevi il Carnevale di Bagolino, un altro buon motivo per percorrere questa salita.
Ufficialmente, il Gaver non è un passo. Non è un valico, non è una forra, non è un colle. Convenzionalmente lo si chiama passo perché ne ha alcune delle caratteristiche: curve, tornanti, strada che risale e ridiscende in maniera armonica. Il suo punto più alto arriva a 1511 m s.l.m. (il Maniva a 1664 m, il vicino Crocedomini a 1892 m), con una pendenza non particolarmente rilevante e un percorso che è totalmente asfaltato, facile nonostante la strada stretta e soprattutto panoramico in modi emozionanti. Arrivare qui su in moto, qualunque sia la direttrice scelta, difficilmente delude.
Iseo, Idro e Garda. Il Gaver potrebbe anche essere ufficiosamente chiamato “Via dei Laghi”, visto che ce ne sono ben tre nel suo areale geografico: se il Lago d’Idro è quello che abbiamo scelto come punto di approdo di questo itinerario, non possiamo però non espandere i nostri orizzonti di qualche decina di chilometri. A est, 16 chilometri circa lo dividono dal Lago di Garda, il più grande d’Italia, circa il doppio della distanza dal Lago d’Iseo. Tutti e tre con caratteristiche uniche: il primo con la Rocca d’Anfo e i suoi paesaggi, il secondo dove trovare strade mozzafiato (Strada della Forra in primis), e Iseo con Monte Isola, la più alta isola lacustre d’Europa. Niente male, no?
Un buon motivo per percorrere la strada del Passo Gaver è quello di arrivare al Passo Maniva. Un “Giogo” da ragazzi, ci piace dire, questa salita bresciana è un vero must. Con i suoi 1664 m s.l.m. è una strada ricchissima di panorami e di luoghi dove fermarsi per ammirare lo spettacolo della natura lombarda; inoltre, la sua centralità rispetto al territorio della bresciana lo rende facilmente visitabile, magari includendolo in altri percorsi. In cima ci si può fermare ad ammirare la bella chiesetta in legno e pietra.
La Valle Sabbia, nella quale insiste la salita del Gaver, è una delle tre valli “fondanti” per la provincia di Brescia. Un luogo di natura idilliaca, dove in molti si recano per escursioni, passeggiate e, in inverno, per praticare lo sci di fondo. Una alternativa al motociclismo? Piuttosto un completamento di un’esperienza en plein air che difficilmente delude il visitatore. Peraltro, vale la pena ricordare che questo “passo non passo” si trova all’interno del Parco naturale dell’Adamello, ed è dunque ancora più consigliabile per un giro in moto in mezzo al verde.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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