La prima impressione che si ha leggendo l’incredibile storia della Traub 1916 è che questa moto sia letteralmente piovuta dal cielo. Furti, intrighi, cospirazioni e murature fasulle sono gli ingredienti principali di questa storia che ha dell’incredibile, a tal punto che deve per forza essere vera. Sì perché nessuno, neanche lo sceneggiatore più fantasioso avrebbe potuto mettere in scena una rappresentazione di questo tipo. Ecco che cosa Siamo a Chicago, siamo nel 1967 e all’improvviso un colpo di martello cambia per sempre la storia del motociclismo.
La Traub 1916, attualmente musealizzata nel Wheels Through Time Museum in North Carolina
Chicago, 1967, pieno boom economico. Gli Stati Uniti stanno vivendo, come buona parte del mondo occidentale, uno dei periodi più floridi e felici degli ultimi 50 anni: la guerra è troppo lontana per essere percepita un problema, se non tra i coscritti e le loro famiglie, e per la strada domina il benessere. Tanto che un anziano signore che risiede nella capitale dell’Illinois decide di ristrutturare il proprio appartamento; obiettivo principale è il malandato impianto idraulico. Una perdita qui, un colpo di martello là e da dietro un intercapedine emerge la sagoma di quella che sembra essere una motocicletta. Il canuto proprietario conferma: è una motocicletta che il figlio rubò e nascose poco prima di partire in Europa per combattere nella Grande Guerra, conflitto da cui il ragazzo non fece più ritorno. La polvere è tanta ma si intravede una scritta, l’unico indizio dal quale partire: Traub.
Il poderoso bicilindrico, per quei tempi decisamente avvenieristico
Se le linee minimali e tagliate con l’accetta ci dicono trattarsi di una moto di inizio secolo, le soluzioni meccaniche utilizzate raccontano tutt’altra storia, una di quelle che, in altri contesti, vedrebbe una De Lorean pronta a raggiungere le 88 Mph. Sì perché la Traub sembra proprio essere una macchina del tempo, anzi…una moto del tempo! In un periodo storico in cui i primissimi costruttori di moto si affacciavano timidamente sul mercato, proponendo soluzioni ben più simili a biciclette motorizzate che altro, la Traub sfoggia un poderoso bicilindrico a V da ben 1248 cc di cilindrata, capace di spingere la sua esile siluette alla strabiliante velocità di 134 Km/h; roba da capogiro per quelle epoche.
Anche il freno a tamburo era una grande innovazione
Ma non è tutto: un cambio manuale a tre marce (comando a leva, con 2 folli) permetteva di avere una trasmissione efficace a gestire un motore di questo tipo e un freno a tamburo posteriore di poter frenare adeguatamente tutta la macchina. Insomma, fantascienza pura per un periodo in cui i freni erano a pattino come oggi non hanno neanche più le biciclette.
Una foto ingiallita che permette di avere qualche dato in più
Le domande che la Traub 1916 fa sorgere sono molte: esoterismo? capsula del tempo? o, semplicemente, l’unicum di un genio della meccanica? Molto probabilmente la soluzione è decisamente quest’ultima, quanto meno perché la più credibile. Gli indizi raccolti nel tempo dagli appassionati della vicenda portano alla conclusione che dietro tutto questo possa esserci un certo Gottlieb Richard Traub, cittadino USA di origine tedesca, che durante un’intervista rilasciata alla rivista Motorcycles Illustrated nel 1907 dichiarava di aver inventato una moto estremamente innovativa, capace di toccare i 130 km/h di velocità. Non basta? Allora fate attenzione: in una sbiadita istantanea risalente all’inizio del XX secolo (secondo gli abiti e le moto raffigurate) si legge una grande insegna con su riportato “Richard Traub – Motorcycle shop – General repair“. Dove si trovava l’officina? A pochi metri dall’appartamento dove la Traub venne ritrovata nel 1967!
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Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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