Nata da un’iniziativa popolare del 2010 volta a infliggere un duro colpo ai pirati della strada, la legge 41 del 2016 ha introdotto una serie di novità per quanto riguarda la punizione per chi causa lesioni o la morte di qualcuno in un incidente stradale, ove vi sia una palese violazione di norme. La norma, piuttosto complessa, ha introdotto delle sostanziali modifiche all’interno dei seguenti codici:
L’argomento è tanto importante quanto complesso; cercheremo, tuttavia, con lo stile imprescindibile di True Riders, di renderlo il più semplice possibile e comprensibile a tutto il mondo dei biker.
Un iniziativa legislativa popolare per mettere fine alla pirateria stradale
SH585147556Correva l’anno 2010 e nei notiziari scorrevano, a un ritmo preoccupate, diversi servizi su eventi di pirateria stradale sfociata, in diversi casi, nell’esito peggiore per la vittima. In Italia, al tempo, chi causava un incidente, seppur sotto l’effetto di abuso di alcol, uso di droghe o infrazioni gravi al codice della strada, poteva essere punito solo grazie alle norme previste per le lesioni colpose e l’omicidio colposo che, al tempo, prevedevano solo alcune aggravanti per i fatti avvenuti nell’ambito della circolazione stradale. Non esisteva, infatti, una specifica previsione normativa per questi fatti. A causa di questo bug normativo, le forze dell’ordine non potevano neanche procedere all’arresto in flagranza di reato per tutti i c.d. “pirati della strada”, non avendo strumenti normativi idonei a disposizione.
Questo sommarsi di eventi provocò una certa frustrazione nei cittadini che nel 2010, con l’appoggio dell’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, avviarono una raccolta firme per poter presentare un progetto di legge per iniziativa popolare. Il numero necessario di 50.000 firme venne raggiunto (e superato) alla fine del 2011 e la macchina legislativa si mise in moto, raggiungendo il traguardo nella primavera del 2016, con la legge n. 41, entrata in vigore il 25 marzo 2016.
Sono ben ventitré gli articoli, fra codice penale, di procedura penale e della strada, introdotti dalla legge 41, che è andata a modificare sostanzialmente l’impianto normativo preesistente. Vediamo più in dettaglio quali sono state le modifiche ai vari codici.
Sono ben sei i nuovi articoli del codice penale introdotti
Il codice penale è stato il corpus normativo decisamente più interessato dalle modifiche introdotte dalla legge 41 del 2016. Senza entrare nel merito di lunghe (e noiose) questioni tecniche, riservate agli addetti ai lavori, a noi basterà sapere solo alcune brevi ma determinanti nozioni. Innanzitutto, l’omicidio stradale e le lesioni colpose stradali sono diventate reati specifici. Ma questo cosa vuole dire? Ve lo spieghiamo subito. Se prima, infatti, queste condotte potevano essere punite solo grazie a norme a carattere generale, adesso il codice prevede proprio una norma specifica, attagliata a questo tipo di eventi, per i quali, tra l’altro, sono state previste sostanziosi aumenti di pena. Oggi infatti, qualora si causasse un incidente sotto l’effetto di droghe o abuso di alcool con la morte di più persone si rischiano fino a 18 anni di carcere.
Ora scattano le manette per i pirati della strada
Altra fondamentale novità introdotta dalla nuova normativa è l’obbligatorietà dell’arresto in flagranza di reato per chi ha causato l’incidente in caso di accertamento di stato di ebbrezza, uso di stupefacenti oppure omissione di soccorso. Se prima, infatti, la legge non permetteva di agire immediatamente sul trasgressore, anche qualora tempestivamente individuato, ora invece le forze dell’ordine sono obbligate ad arrestare il pirata della strada; tuttavia, se chi ha causato l’incidente presta soccorso alla vittima, mettendosi contestualmente a disposizione degli organi di polizia, l’arresto non è più consentito e il trasgressore attenderà l’esisto del processo in libertà, come avveniva prima della nuova legge.
Introdotto l’ergastolo per la patente di guida
Un’altra novità introdotta dalla 41 del 2016 è il c.d. ergastolo della patente. A chi, infatti, viene condannato per il reato di omicidio stradale verrà anche applicata la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente, senza possibilità di conseguirla nuovamente prima che siano trascorsi quindici anni, che diventano trenta in caso di fuga del pirata o nelle ipotesi più gravi. In caso invece nell’incidente vengano causate “solo” delle lesioni, il numero minimo di anni da attendere per poter nuovamente conseguire una patente di guida scende a cinque.
Chi più o chi meno, tutto l’occidente è sensibile a questo di tipo di vicende. In Francia, per esempio, si può arrivare a essere condannati sino a dieci anni di carcere per aver causato la morte di una persona in un incidente stradale, mentre nei Paesi Bassi fino a nove anni. Il Regno Unito punisce i trasgressori con dieci anni di reclusione e la sospensione della patente per due anni, oltre a una serie di obblighi per poterla riavere; la Spagna è più clemente: pene da uno a cinque anni solo in caso di gravi violazioni. I tedeschi applicano genericamente la pena per omicidio colposo anche alle fattispecie stradali; tuttavia, in caso di incidente mortale durante una gara clandestina le porte delle galere teutoniche possono aprirsi al trasgressore per tutta la vita.
Belgio e Danimarca, in rapporto, danno un buffetto sulla guancia ai loro pirati stradali: fino a due anni di reclusione per il Belgio e a quattro in Danimarca. Non deludono invece gli USA dove si rischiano pene sino a trent’anni di carcere per aver causato la morte di qualcuno in un incidente stradale.
Si è fatto molto ma non basta, i morti sono ancora troppi
La legge 41 del 2016 è un provvedimento normativo che ha acceso un grande dibattito fra gli addetti ai lavori, che qui non riporteremo. Il provvedimento normativo è comunque un grande passo in avanti nella lotta alla pirateria della strada e i numeri gli anno ragione. Secondo l’osservatorio ASAP (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale), infatti, siamo passati dai 119 morti l’anno per episodi di pirateria stradale, agli 86 del 2022; numeri che decretano un decisivo apporto della norma ma non certo il suo successo; 86 vite spezzate è ancora un numero inaccettabile perché quando si parla di vite che non ci sono più l’unico numero definibile un successo è ZERO.
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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