Se siete alla ricerca di quell’angolo di Sardegna che non ti aspetti, il tour fra le miniere che scoprirete oggi fa proprio al caso vostro. Lontano dal clamore dei locali alla moda e dalle spiagge affollate, curva dopo curva, andrete alla scoperta di un mondo che non c’è più, ma che un tempo fu talmente importante da aver lasciato profonde e indelebili cicatrici sul volto della meravigliosa Isola sarda. Attraverso strade tortuose e ruderi di vecchi impianti, vi immergerete in un’epoca passata, dove la ricerca delle bellezza era anche dove uno meno se l’aspetta. Scorci evocativi e panorami mozzafiato saranno fedeli compagni in questo viaggio nel tempo, lasciandovi dentro ricordi indelebili e rendendovi un po’ più ricchi di quando siete partiti. Ma ora basta parlare: ladies and gentlemen start your engine, si parte!
La partenza è da Iglesias, capoluogo del del Sulcis e un tempo centro nevralgico dell’estrazione mineraria. Non a caso, da qui parte anche il cammino di dedicato a Santa Barbara, protettrice dei minatori. Dal centro della cittadina sulcitana andrete a imboccare la SS126 – Occidentale Sarda verso i margini occidentali dell’Isola. La strada è un ampio scorrimento veloce che permette di uscire da Iglesias; i grossi cumuli di rossa bauxite che si attraversano sono l’avvertimento che si sta andando in direzione della Sardegna delle miniere. La SS 126 vi saluterà dopo pochi km, lasciandovi nelle mani della SP 83, provinciale che risale la costa, attraversando centri come Nebida e Buggerru, un tempo dimore dei minatori delle loro famiglia.
Subito dopo Buggerru la strada abbandona la costa e comincia a fendere l’entroterra. Raggiunta nuovamente la SS126, continuerete il viaggio tra le montagne, scoprendo panorami nuovi dopo ogni curva. Prima di Arbus terrete d’occhio la strada, individuando il bivio per Ingurtosu sulla sinistra. La SP 66 vi darà uno strappo sino al piccolo paesino, oggi quasi disabitato, un tempo sede dell’importante direzione mineraria della zona, ancora testimoniata dal lussuoso palazzetto sulle alture dell’abitato. La SP 4 vi condurrà in direzione della meravigliosa spiaggia di Piscinas: fate attenzione, un tratto di strada è sterrato ma comunque percorribile con qualsiasi moto. Ovviamente gli enduristi ci andranno a nozze, soprattutto con il piccolo guado da affrontare a Piscinas, nei pressi della spiaggia.
Lo sterrato, piacere puro per gli enduristi
Dopo un breve tratto sulla suggestiva Costa verde e ancora qualche km di sterrato, raggiungerete Montevecchio, altro paese sorto nel XIX secolo in funzione dell’attività mineraria. Poche curve ancora per poi buttarsi sui lunghi rettilinei del Medio Campidano e fare un rientro rilassante sino a Iglesias.
Le dune e la ferrovia abbandonata di Piscinas
Durante questo giro non mancheranno né le curve impegnative né, tanto meno, i luoghi interessanti. Già Iglesias, di per sé, vale la pena di essere visitata: il centro storico, che mantiene ancora le sue caratteristiche medievali, è un grazioso scrigno che racchiude bellezza architettoniche incredibili, come la chiesa di Santa Chiara. Sul tragitto, poi, incontrerete le testimonianze della Sardegna mineraria, come la grande miniera di Masua, proprio sulla strada, e Porto Flavia, un vero miracolo dell’ingegneria umana nascosto nelle falesie a picco sul mare. Buggerru oggi è un piccolo paese di poche centinaia di abitanti, ma nel XIX secolo si era meritato il soprannome di petit Paris, tanto era eclettica e frequentata dai dirigenti francesi delle miniere circostanti; la galleria Henry, impianto di movimentazione vicino al paese, è una delle testimonianze di quel glorioso passato.
La palazzina della direzione e il suo caratteristico sottopassaggio
Ingurtosu e Montevecchio rappresentano due vere e proprie capsule del tempo: i palazzi abbandonati, disseminati nei loro abitati, e i vicini imponenti ruderi degli impianti sono testimonianze indelebili di un tempo che fu. E per concludere, la spiaggia di Piscinas: qui, la natura più selvaggia e incontaminata, rappresentata in particolar modo dalle alte dune di sabbia, si sposa con i resti del recente passato industriale, testimoniato dai rugginosi resti della ferrovia dedicata la trasporto dei materiali che ancora giacciono sulla riva. Un consiglio: la provinciale fra Ingurtosu e Piscinas, a un certo punto, disegna una “S” che taglia in due un antico impianto industriale; è la laveria Brassey (nell’immagine di copertina). In quel punto fermatevi, spegnete il motore, togliete il casco e godetevi il silenzio: vivrete uno dei momenti più evocativi della vostra vita.
Le suggestive rovine industriali di Montevecchio
Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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