Prologo
Spesso mi capita di scorrere i reel, i post sui social e imbattermi in questi viaggiatori solitari che esplorano in moto terre lontane, attraversano decine di paesi, hanno numerose difficoltà ma nonostante tutto non si fermano nemmeno agli ostacoli più impensabili.
Guardo questi post e penso, “anche io da grande voglio essere come loro!”, anche se ho già più di 30 anni suonati.
Esistono numerosi modi di viaggiare, nessuno è il modo giusto e tutti lo sono ma viaggiare in solitaria in moto credo sia un modo di vivere il viaggio molto intensamente, probabilmente il più intenso e il più bello, almeno per me…così a settembre mi capita di avere una settimana libera, ma diversamente dal mio solito, invece di spiaggiarmi davanti alla TV a vedere serie o Film decido di programmare un viaggetto in moto in solitaria, destinazione San Sebastian (Spagna) per vedere l’Atlantico (per essere più precisi il Mar Cantabrico), passando dai Pirenei.
Le tappe:
Arriva il giorno della partenza, con già in conto di fare per tutto il giorno Autostrada fino a Perpignano, ai piedi dei Pirenei sul Mar Mediterraneo.
Partenza non troppo presto verso le 8, colazione e imbocco il casello Autostradale da Firenze con già la mente proiettata di fare 1000 Km ininterrotti.
Dopo i primi 200 km, vicino La Spezia capita il primo imprevisto. Macchia d’olio in una deviazione Autostradale per lavori e vedo la moto allontanarsi da me fra scintille e fumo, scivolato senza nemmeno accorgermene.
Fortunatamente non mi faccio nulla, e anche la moto a parte i graffi della scivolata non ha subito danni e funziona normalmente. Mi è andata di lusso!
Dopo essermi messo in sicurezza e aspettavo la stradale ho pensato seriamente di tornare a casa e leccarmi le ferite ma ho deciso ugualmente di proseguire e non rendere vano il danno ormai fatto. Siamo in ballo, balliamo.
Così dopo aver perso quasi 2 ore ed essere tremendamente in ritardo sulla tabella di marcia, proseguo.
Il pomeriggio arrivo ai confini con la Francia pagando circa 50 € di casello per 400 Km, non male.
Scopro però con piacere che le autostrade Francesi si pagano in base al passo del mezzo e quindi in moto per circa gli stessi chilometri pagherò circa la metà della cifra pagata alle nostre autostrade.
La sera non ce la farò ad arrivare a Perpignano, perché deciderò di fermarmi a dormire un po’ prima, a Montpellier, città a poco meno di 400 km dal confine italiano.
Per concludere la giornata mentre ero fuori a cena, inizia a diluviare e le strade si allagano con circa 50 cm di acqua. Niente male come prima giornata (chissà cosa mi aspetta i prossimi giorni se iniziamo così)!
Ore 8, sveglia, colazione, autostrada e finalmente finiscono gli ultimi 200 Km di noiosa strada dritta.
Esco a Port-Vendres e inizio a percorre la D914, passando da Cerbére (ultima città francese) e Portbou, attraversando la vecchia e abbandonata frontiera franco-spagnola, per continuare sulla N-260 fino a Platja Grifeu.
La D914 che poi prosegue nel versante spagnolo con il nome di N-260 è una serpentina d’asfalto nero, a dir poco in ottimo stato. Si snoda sulla costa rocciosa e le vigne a picco sul mare.
Dopo tutta quella Autostrada del giorno prima, una strada così non può che fare bene all’anima (e alle gomme) attraversando il passo Colle dei Balistres, un piccolo valico pirenico al confine tra Spagna e Francia, vicino alla costa del Mar Mediterraneo, che mette in comunicazione le cittadine di Portbou e Cerbère.
Valico estremamente consigliato sia dal punto di vista del paesaggio che dal punto di vista del divertimento.
La strada prosegue verso il paese di frontiera El Pertùs, paesino molto turistico dove potrete trovare facilmente qualcosa da mettere sotto i denti o semplicemente dove acquistare qualcosa come souvenir.
Prossima destinazione Mirador de Coll d’Ares passando dalla D115 nei Pirenei Orientali.
Il paesaggio è prevalentemente boscoso e la strada è godibile, l’asfalto generalmente in buone condizioni e le curve si lasciano percorrere con un’andatura piacevolmente tutta tonda.
La prossima destinazione sarà Port de la Bonaigua un valico dei Pirenei situato nella provincia di Lleida in Catalogna, tra le Comarche del Pallars Sobirà a sud e della Val d’Aran a nord, oltre che nota per il ciclismo è anche nota come località sciistica; infatti, dal valico partono alcuni impianti di risalita della stazione sciistica di Baqueira-Beret.
Ci arriverò percorrendo prevalentemente la C-260, che risulta piacevole da attraversare con un fondo stradale più che soddisfacente, senza togliere il fatto che percorrendola ci si imbatte in panorami di montagna molto suggestivi, per esempio il valico di Collada de Toses.
All’altezza di Sort si imbocca la C-13 che poi diventa C-28. Rispetto ai chilometri precedenti il panorama diventa più roccioso ed erboso con alberi più radi e più piccoli.
L’aria è decisamente più fresca, anche perché una volta arrivato al valico di Port de la Bonaigua ci troviamo all’altezza di 2072 m. Il dì sta volgendo al termine e la temperatura cala ma nonostante il sole sia quasi sceso del tutto mi trattengo un po’ per assaporarmi le ultimi luci del giorno con questo panorama che non può lasciare indifferenti.
Infatti, posso affermare che questo è uno dei valichi più belli che vedrò nei Pirenei.
Per la notte mi fermerò poco più avanti nel paese di montagna Vielha, nella provincia spagnola di Lleida dove dormirò e mangerò molto bene (consigliato).
La sveglia suona un po’ prima rispetto agli altri giorni. La camera dell’hotel affaccia sulle montagne, sfruttando l’occasione decido di godermi il sole che sorge dietro l’orizzonte mentre finisco di preparare le valige.
Si carica la moto, colazione e si parte di buon’ora. Prossima destinazione Passo del Portalet!
Il passo è situato nel dipartimento dei Pirenei atlantici che attraversa il confine franco-spagnolo tra le valli di Tena (Spagna) e Ossau (Francia).
Da Vielha si percorre la N-230, direzione Bonansa, per poi proseguire sulla N-260, a tratti tortuosa e molto divertente da percorrere. Anche se è mattina presto la strada è percorsa da molti camion ma i chilometri scorrono bene, l’asfalto è in buone condizioni e il panorama roccioso e boscoso, soprattutto con le luci arancioni dell’alba, contribuisce a dare la giusta energia per iniziare al meglio la giornata.
Qualche chilometro prima di raggiungere la prima tappa giornaliera, si lascia la N-260 per la A-136.
La qualità della strada non è delle migliori ma nonostante questo, la bellezza del panorama ripaga la mancanza. In prossimità del valico del Portalet il paesaggio diventa aspro ma molto caratteristico.
Una sosta qui è d’obbligo, anche perché è facile trovare animali al pascolo che attraversano la strada e mi capita proprio di trovare un numeroso gregge che deve attraversare il percorso, così ne approfitto e faccio una breve sosta per fare qualche foto.
Passato il gregge si prosegue verso il versante francese, direzione Sarrance. Scendendo verso la valle il paesaggio torna lentamente ad essere boscoso ma resta uno dei più bei paesaggi visti fin ora, senza contare che la strada D934 è in ottimo stato e con un grip degno di nota.
Arrivato al paese Bielle si percorre la D294 passando per il Col de Marie Blanque, località attraversata esclusivamente per tagliare un bel po’ di strada e raggiungere quanto prima il Passo del Somport.
La D294 è molto stretta ma l’asfalto è in buone condizioni e una volta arrivato sul Col de Marie Blanque, beh è stata una piacevolissima sorpresa.
È un passo di montagna nei Pirenei occidentali nel dipartimento dei Pirenei atlantici in Francia, alto 1035 m. Qualche chilometro prima di arrivare al vero e proprio colle si attraversa un altopiano che, nonostante tutti gli altri passi che in questo periodo (settembre) si presentano con colori tendenti al giallo, questo colle è di un tono di verde che ricorda molto il periodo primaverile, pieno di mucche e cavalli al pascolo, un luogo davvero molto suggestivo.
Dopo una bella sosta, due passi e due foto si sale nuovamente in sella e si prosegue con la strada, ne ho ancora tanta da percorrere. Direzione Passo del Somport andando lungo la N134 (versante francese) e la N-330a (versante spagnolo).
La strada N134 attraversa la valle dell’Aspe e circa 15 Km prima del Passo del Somport si passa sotto il Fort du Portalet, costruito dal 1842 al 1870 e si trova su una parete rocciosa a picco sulla strada e il fiume. Il forte servì da deposito e caserma per il 18° Reggimento di Fanteria tra il 1871 e il 1925, poi cessò di essere utilizzato come struttura militare.
Sfortunatamente quando sono passato era in fase di restauro e quindi non sono riuscito a visitarlo.
Pochi altri chilometri e attraverserò la frontiera sul Passo del Somport, proseguendo sulla larga e sinuosa N-330a, che si lascia percorrere con un passo agiato mentre si osservano in totale tranquillità le montagne intorno.
Da programma avrei dovuto proseguire verso il Passo di Roncisvalle ma visto che sono già le 16 passate e soprattutto dopo la stanchezza accumulata nei giorni precedenti, decido di deviare e finire la giornata in una città vicino a dove mi trovo in quel momento, Pamplona.
Stamattina si parte con più calma, alle 9 per arrivare al “giro di boa”, San Sebastián capoluogo della provincia di Gipuzkoa, parte della comunità autonoma dei Paesi Baschi.
Durante il periodo della Belle Époque, San Sebastián risultò essere uno dei centri più vivaci del panorama europeo, sia dal punto di vista architettonico, con la realizzazione di edifici simbolo come il Palazzo di Miramar, la Cattedrale del Buon Pastore, il teatro Vittoria Eugenia, che la portarono a essere chiamata la “Parigi del Sud”.
Arriverò a San Sebastián percorrendo la strada più veloce da Pamplona, la A-15.
È quasi ora di pranzo ma anche per oggi la strada è tanta, così mi dirigo verso la prossima destinazione, Espelette, un caratteristico paesino francese situato nei Pirenei Atlantici dove pranzerò.
Dopo aver mangiato qualcosa e aver visitato il pittoresco paese, la marcia riprende per raggiungere il Passo di Roncisvalle che dice sia il luogo dove morì Orlando durante la battaglia di Roncisvalle.
Il passo è normalmente attraversato dai pellegrini che percorrono il Camino Francés del cammino di Santiago di Compostela; infatti, salendo la strada D933 che porta al Passo (1057 m) non è difficile incontrare numerosi pellegrini.
Il panorama non è niente di particolare, bosco per lo più ma la D933 (per il versante francese che poi diventa la N-135 per il versante spagnolo) è la classica strada da piega. Un misto veloce con asfalto con ottimo grip che anche restando nei limiti di velocità consentiti ci si diverte e non poco.
A un certo punto per non perdere eccessivamente tempo sono costretto a tornare indietro, per accelerare sulla tabella di marcia. Prossima destinazione Col d’Aubisque (1709 m) e Col de Soulor (1474 m), attraversati entrambi dalla stessa strada, la D918.
Il primo è un valico situato nei Pirenei Atlantici, mentre il secondo si trova negli Alti Pirenei, entrambi rinomati per il ciclismo.
Arrivato al paese di Laruns imbocco la D918, che mi porterà attraverso entrambi i valichi.
Passo il particolare paese di Eaux Bonnes e Gourette, rinomata stazione sciistica della zona, nonché la più estesa dei Pirenei Atlantici.
Il paesaggio salendo di quota cambia tanto, da boscoso pian piano gli alberi si diradano e lo scenario si trasforma in uno completamente erboso, incorniciato da alte montagne rocciose. Sarà davvero difficile non fare una sosta ogni chilometro per ammirare questo incantevole paesaggio.
Continuo a percorrere la D918 e ogni chilometro rimango sempre più incantato. La strada è stretta e senza barriere, quindi ci vuole attenzione ma l’asfalto è buono anche se un po’ sporco.
Comunque, il problema non si pone più di tanto, questa è una strada che va percorsa lentamente e va assaporato metro dopo metro.
Proseguo sulla D918 fino a Argelès-Gazost e da lì fino alla rinomata città di Lourdes, dove dormirò.
La cittadina è molto carina e curata ma a gusto mio un po’ troppo sfruttata commercialmente.
Ormai siamo quasi al termine di questa girata sui Pirenei e per ottimizzare il tempo rimasto, la partenza dall’hotel è alle 8.
Come prima tappa mi fermo a dare una occhiata al santuario di Lourdes dall’esterno e devo dire che è un luogo molto bello, ben tenuto e che trasmette molta pace.
Però non mi trattengo più di tanto perché il giorno prima ho saltato l’ultimo valico che avrei dovuto visitare, il Col de Tramassel anche noto per essere stato percorso diverse volte dal Tour de France.
Questo valico è alto 1474 m e lì vicino è presente il comprensorio sciistico di Hautacam.
Per arrivarci si percorre la D13. Il panorama non è niente di impressionante, fino a che a un certo punto la vista si apre e tutta la bellezza del panorama si palesa.
La strada per arrivare in cima al valico non è molta ma la percorro lentamente per godermi a pieno questo ultimo passo dei Pirenei (in questo caso gli Alti Pirenei), che visiterò in questo viaggio.
Lungo la strada, negli ultimi chilometri ci sono molti animali al pascolo. Pecore, capre, cavalli e mucche.
Mi fermerò quasi un paio d’ore sul Col de Tramassel per fare due passi nella natura e per starmene un po’ seduto in un prato ad a gustarmi questa splendida pace e quest’altro splendido panorama prima di buttarmi nuovamente in autostrada per il ritorno.
Ripartirò verso ora di pranzo con direzione Italia.
Per evitare di farmi altri 1000 Km interrotti di autostrada il pomeriggio farò tappa nella bellissima città di Avignone e mi fermerò a dormire la sera nella città di Sainte-Maxime.
Il giorno dopo tornerò a casa, alternando circa ogni 2 ore autostrada con strada normale.
Consiglio di evitare la strada costiera della Costa Azzurra perché il traffico che troverete nei paesi sarà davvero molto.
I Pirenei sono stati una piacevolissima scoperta, li consiglio di visitare a tutti gli amanti della montagna e a tutti gli amanti dei viaggi in moto, perché sia in Francia che in Spagna oltre che strade con un panorama pazzesco troverete un asfalto generalmente ottimo, dove vi potrete divertire non poco (certo, sempre con la testa sulle spalle e rimanendo nei limiti consentiti).
Questo itinerario l’ho fatto in 6 giorni percorrendo circa 4000 km. Se siete dei divoratori di chilometri può andare bene anche a voi fare lo stesso ma se volete assaporarvi meglio tutti i passi e i luoghi incantevoli che i Pirenei offrono vi consiglio di aumentare i giorni o spezzare questo itinerario.
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