Sardegna coast to coast (9-24 settembre 2022)
Non c’era mai capitato di macinare consecutivamente tutti questi chilometri su una moto, ma già prima di partire eravamo sicuri che saremmo riusciti a circoscrivere l’intera isola.
Concluso il viaggio avremmo voluto tornare indietro per rivivere un’altra volta gli incredibili scenari che la natura selvatica offre, mettendoci alla prova. I paesi isolati, le incredibili strade Sarde plasmate dal panorama circostante che si trasformano da asfalto a terra e in certi punti scompaiono lasciando posto a lingue di sabbia. Una bellezza granitica e ancestrale che è parte integrante dell’anima della Sardegna e resiste nonostante la modernità e la globalizzazione che ci circondano, la respiri e ti avvolge ancor prima di attraccare con la nave.
Un’isola, 14 giorni per “toccare con ruote” tutte e quattro le coste, 3000 chilometri percorsi.
Siamo partiti con il nostro Tenerè 700, armati di bagagli, tenda e tanta voglia di scoprire questa terra “on the road”.
E voi, siete pronti a partire?
Arrivo a Olbia e primi giorni in località Cugnana
Partiamo da Bergamo, direzione Genova per imbarcarci sul traghetto che ci porterà a Olbia. Il mattino seguente, giusto il tempo di godersi l’alba in mare e siamo in porto.
Sbarchiamo per dirigerci verso quella che sarà la nostra base per i primi 4 giorni nel nord-est. L’aria del mattino è fresca, percorriamo la strada provinciale 125 e in una ventina di minuti siamo al campeggio, caffettino e ci rimettiamo in strada. Prendiamo la sp73 in direzione Cala di Volpe, poche curve e il panorama che si apre alla nostra destra è mozzafiato, mare cristallino, vegetazione rigogliosa, calette di sabbia bianca che sembrano disegnate: Benvenuti in Costa Smeralda!
Le spiagge che si trovano in questa parte della costa nord-est sono un vero spettacolo, da Cala Volpe alla Rena Bianca, alla Spiaggia del Principe e altre ancora da esplorare. Ci lasciamo questo primo scorcio alle spalle per tagliare nell’entroterra, direzione Cala Li Cossi. Percorriamo strade strette tra montagne rocciose che fanno del paesaggio un’autentica scenografia, seguiamo per Costa Paradiso e parcheggiamo al porticciolo. Da qui, percorrendo un breve sentiero sul mare, anche in infradito, si arriva alla spiaggia.
Nel pomeriggio ritorniamo alla moto, caschi allacciati e percorriamo la strada panoramica sul mare sp90, direzione Capo Testa. Arriviamo alla Valle della Luna e imbocchiamo un piccolo sentiero che conduce al mare. Che siate affascinati dalla cultura hippie o che siate solo persone curiose, questo luogo vale la camminata di 15 minuti per raggiungerlo, circondati da rocce spaziali. L’atmosfera è magica, vibrante, il paesaggio è lunare. Gli hippie ci sono davvero e ci vivono, il consiglio, come abbiamo fatto noi, è quello di godersi il tramonto, farsi un bagno al chiaro di luna e riscaldarsi con il falò sulla spiaggia.
Il secondo giorno puntiamo verso sud, spiaggia La Cinta. Dal nostro camping, in località Cugnana prendiamo per Olbia, superata la città si prosegue lungo la panoramica ss125, preparatevi alla vista spettacolare sull’isola di Tavolara che sembra emergere dalle acque come una tartaruga gigante stagliandosi sul cielo azzurro. Svoltiamo a sinistra e veniamo sorpresi da una colonia di fenicotteri rosa: ci troviamo nella Laguna di San Teodoro che precede la spiaggia. La Cinta è una spiaggia di sabbia bianca chilometrica che si estende a perdita d’occhio, l’acqua è cristallina, bassa e ricca di pesci, perfetta per lo snorkeling. Pranziamo qui in riva al mare, nel pomeriggio andiamo alla scoperta della poco distante Cala Brandinchi detta la piccola Tahiti. Parcheggio a pagamento, prenotazione obbligatoria nei mesi più affollati, ma se volete una famiglia di simpatici cinghiali come vicini di ombrellone siete nel posto giusto. Si tratta di un’insenatura riparata dai venti e dalle onde, circondata da una boscaglia di pini verde acceso che fanno da cornice a un mare che regala un’infinita varietà di azzurri.
Il terzo giorno l’itinerario è “culturale”. Iniziamo con Arzachena dove ci rechiamo per ammirare la scala della Chiesa di Santa Lucia che ogni anno viene ridipinta, una foto ricordo qui è d’obbligo. Dopodiché, proseguiamo verso l’entroterra e ci dirigiamo a Tempio Pausania per un omaggio al cantautore Fabrizio De Andrè, rubiamo tre cervi nel parco del Re e parcheggiamo a pochi passi dal centro storico. Ci ritroviamo a percorrere le vie guidati dai testi delle canzoni sospesi tra gli edifici. Visitiamo lo spazio Faber e la piazza a lui dedicata che ospita l’installazione dell’architetto Renzo Piano. Una passeggiata tra le vie dalla pavimentazione colorata che riprende i colori Faber Castell tanto amati da Fabrizio e ripartiamo.
Per la pausa pranzo andiamo a Spiaggia Baia delle Mimose con vista a 180 gradi su Castelsardo, Corsica e Isola Rossa che è alla nostra destra. La strada per arrivarci ci sorprende. Da Tempio, una volta passato il paese di Aggius, iniziamo a salire e in poche curve ci ritroviamo immersi nella natura tra canyon lunari fuori dalla civiltà. Accostiamo per un paio di foto e ripartiamo. Il paesaggio si trasforma presto in collinare, il mare non si vede ancora, all’orizzonte solo terra e pale eoliche che sfruttano la presenza del vento.
Per rientrare alla base decidiamo di percorrere la strada panoramica verso Santa Teresa di Gallura mentre il sole cala alle nostre spalle. Ci fermiamo ad ammirare il tramonto sul sentiero sterrato che porta a Cala Pischina ed è uno spettacolo unico.
Il quarto giorno il mare è finalmente piatto, ideale per noleggiare il gommone a Palau. Una volta al porto, dopo una serie di trattative in stile banco dei pegni, noleggiamo un gommone per visitare l’Arcipelago della Maddalena. Un bagno nelle piscine naturali di Budelli, pranzo all’isola di Razzoli e tramonto a Cala Corsara. Per chi non ama le gite organizzate e non vuole noleggiare un mezzo, il consiglio è quello di imbarcarsi con la propria moto sul traghetto che collega a tutte le ore la terraferma alla Maddalena. Potrete così visitare l’isola, passeggiare per le vie del centro e raggiungere la vicina Caprera percorrendo un ponte sul mare fermandovi per un bagno nella rinomata Cala Coticcio.
Trasferimento da Cugnana ad Alghero 147 km
Carichiamo i bagagli e si riparte, verso la costa ovest! Scegliamo di tagliare nell’entroterra per raggiungere la città di Alghero, preferendo la strada più veloce E840 al posto che ripercorrere la panoramica nord che attraversa le località Isola Rossa, spiaggia delle Mimose e Castelsardo. Il caldo oggi è tremendo e l’afa rende il tragitto più stancante del previsto.
Tips: prendetevi più tempo per il trasferimento, andate verso Rena Majori, percorrete tutta la panoramica fino a Porto Torres e da lì tagliate per Alghero. Allungherete il tragitto, ma vi godrete di più il panorama.
Dopo un paio d’ore a tutta velocità per fuggire dall’inferno di fuoco arriviamo ad Alghero, città di origine spagnola. Check-in in un campeggio sul mare alle porte della città, scarichiamo i bagagli, montiamo la tenda e pranziamo nel bar che offre la focaccia più famosa della città (e forse della Sardegna).
Ripresi dalle fatiche e consumato il pranzo andiamo in esplorazione verso nord raggiungendo Torre del Porticciolo che, con la sua torre sulla costa, ci offre il primo panorama “selvaggio” della costa ovest. Percorrendo sentieri sterrati scorgiamo tra gli alberi due cerbiatti intenti a mangiare e disgraziatamente veniamo inseguiti da due cani pastore indemoniati a guardia di un gregge. Così decidiamo di rimettere le ruote sull’asfalto, ma per poco. Arrivati nel territorio dell’Argentiera ci avventuriamo lungo lo sterrato più bello del nord-ovest, non a caso tappa del WRC. Stiamo parlando del sentiero costiero della Nurra, provatelo per credere! Qui ci sediamo e ammiriamo il tramonto, sinonimo di un altro giorno trascorso in territorio sardo. Rientriamo per cenare in un ristorantino carinissimo fuori dal camping. Per il giorno seguente abbiamo prenotato le Grotte di Nettuno sul Promontorio di Capo Caccia.
La visita alle grotte è guidata e su prenotazione, raggiungiamo il sito in una ventina di minuti e percorriamo a piedi la famosa Scala del Cabirol: 656 gradini scavati nella roccia che portano all’ingresso sul mare. Da lì inizia un percorso di cunicoli e aperture tra stalattiti e stalagmiti che si incontrano in una danza che dura da milioni di anni, il fascino della natura rapisce totalmente lo sguardo e ferma il tempo. Vorremmo sostare di più ma bisogna proseguire.
Risaliti ci godiamo le ultime ore di mare. Passeggiamo tra le vie di Alghero e ceniamo in un ristorante tipico. La città vecchia è davvero magica, domina il mare con le sue mura e accoglie le imbarcazioni nel suo grande porto. Tutto ciò si può ammirare anche dalla passeggiata sul lungomare costeggiata di palme, dove si alternano bar, locali fino al nostro camping.
Domani ci sposteremo e proseguiremo il nostro viaggio verso sud.
Trasferimento Alghero-Fluminimaggiore 218 km
La mattina seguente, focacce alla mano per un pranzo al sacco lungo il tragitto, lasciamo la magica Alghero per la strada panoramica più conosciuta dai motociclisti: l’Alghero-Bosa. Parte la conquista della costa ovest!
Caricata la moto, le curve subito si susseguono l’una all’altra e manca il fiato sentendosi sospesi tra roccia e mare. In poco meno di un’ora si percorre questo serpentone che porta a Bosa, ma i punti panoramici sono moltissimi perciò prendetevi il tempo per scattare qualche foto ricordo, indietro non si torna!
Le tempistiche non ci permettono una sosta a Bosa marina, ma se avete tempo i posti consigliati sono Cane Malu per un tuffo in mare e il centro di Bosa per una passeggiata. Lasciata ormai alle nostre spalle la strada panoramica, affrontiamo un tratto di entroterra fino a Punta S’Archittu, chiamata così per l’arco naturale che domina la piccola baia. La vista è spettacolare, qui pranziamo e facciamo un rapido bagnetto.
Ripartiamo in direzione sud costeggiando la penisola di Sinis, superate le saline Manna arriviamo alla spiaggia di Putzu Idu che, con la sua distesa di sabbia e i filari di palme sullo sfondo, ci ricorda la California. Scattiamo qualche foto e il nostro percorso prosegue nell’entroterra attraverso alcuni paesini deserti in provincia di Oristano dove veniamo fermati dalla Guardia di Finanza. Quel simpatico momento in cui ti tocca svuotare i bagagli a terra per cercare i documenti finiti sul fondo. Continuiamo sulla statale 131 e percorriamo il ponte dei pescatori in località Marceddì, uno stretto sulla laguna che sembra traghettarci in un’altra terra. Giunti sull’altra sponda in località Torre dei Corsari si sale, la strada torna ad essere tutta curve, sorpresi notiamo la presenza di sabbia ai lati della carreggiata. Il territorio è brullo, capre dalle corna spiralate ci osservano indisturbate, non una casa, non una persona: è la conferma che il territorio è cambiato e ci stiamo avvicinando al deserto più grande d’Europa.
L’asfalto all’improvviso scompare lasciando spazio a polvere, terra e sabbia portata dal vento; mentre sulla nostra destra le onde del mare s’infrangono lungo la costa. Il sole, prossimo al tramonto, ci regala colori dorati che si estendono fino all’orizzonte, svettano in lontananza delle dune. Tolti i controlli alla moto, circondati da un mare di sabbia, è facile pensare di percorrere una tappa della Dakar. Attraversiamo fiumi con acqua rossa dovuta alla presenza di ferro nel terreno, passati questi si può svoltare a destra, per arrivare alla spiaggia di Piscinas e alle dune, oppure proseguire risalendo la valle verso la miniera abbandonata di Naracauli. Da lì si continua a salire fino al villaggio minerario di Ingurtosu per poi godersi l’ultima mezz’ora su strada di curve e controcurve della ss126 che porta a Fluminimaggiore. Alloggiamo qui 3 notti in b&b per ricaricare le energie. I posti dove mangiare sono: il Ristorante pizzeria Su Delegau e il Bar Trattoria pizzeria B&B Vittorio Emanuele.
Il vento oggi ha ricominciato a soffiare forte perciò andare in mare è impossibile. Le attrazioni lungo la costa sono numerose: Porto Flavia, la Grotta Azzurra, il Pan di Zucchero; ma anche la terraferma offre luoghi incredibili da visitare come le grotte di Su Mannau e il Tempio di Antas. Il b&b dove alloggiamo è anche centro equestre, i proprietari gentilissimi, al mattino ci consigliano un percorso sterrato che porta sul lungomare di Portixeddu. Incuriositi, scegliamo di andare alla scoperta del percorso off-road che inizia ad uno svincolo della sp83. La traccia costeggia il Lago di Piscina Morta (secco nel periodo estivo perchè si crea con le piogge) e prosegue in una sorta di anello che fiancheggia la pineta di Is Compinxius.
Anche in questa zona, un tempo, c’era il deserto. Nel corso degli anni però l’area è stata completamente rimboschita piantando centinaia di alberi tra le dune. Scesi a valle ci ritroviamo di fronte al mare. Giriamo a sinistra e percorriamo la strada panoramica asfaltata che ci regala uno degli scorci più belli dell’isola. Le onde di oggi sono esagerate, notiamo persone che fanno surf e ci lasciano un’immagine perfetta di questa parte di costa che è il paradiso per gli appassionati di questo sport. Passato il paese di Buggerru arriviamo a Cala Domestica circondati da un paesaggio desertico dove le dune si incontrano con il mare. Un luogo scenografico e stupendo, oggi niente bagno, bandiera rossa. Prendiamo l’occasione per riposare e pensare alla meta del giorno seguente.
È il secondo giorno qui a sud-ovest e scegliamo di raggiungere la parte sud dell’isola dove si trovano le Dune di Porto Pino. Partiamo da Fluminimaggiore e proseguiamo lungo la statale 126, affrontiamo il passo Genna e le sue curve in modalità full gas. è un tratto incredibile, per apprezzarlo a pieno consigliamo di percorrerlo per intero da Guspini a Iglesias o viceversa: il cosiddetto anello dei motociclisti sardi.
Arrivati a Iglesias si prosegue passando per Carbonia, Palmas, Is Solinas e Sant’Anna Arresi dove facciamo la spesa in un discount. Risaliti in sella, ci mettiamo in moto lungo la statale 195 Sulcitana, svoltiamo a destra prima di una base militare, per accedere all’area è necessario pagare un ticket. Prima di arrivare al mare ci attende un lungo tratto sterrato paragonabile a un safari. Finito questo tratto in off-road, parcheggiamo e ci incamminiamo verso il mare attraversando le dune bianche che conducono alla spiaggia.
Facciamo un bagno e sdraiati al sole ci sintonizziamo per guardare la gara della MotoGP: oggi si corre ad Aragon, Pecco e Bestia ci regalano un duello spettacolare! Nel pomeriggio andiamo in esplorazione delle dune che svelano orme lasciate dagli animali selvatici e incontriamo una barchetta blu abbandonata sulla riva. Il mare, per contrasto, sembra ancora più cristallino. La giornata trascorre sotto un bel sole caldo, torniamo in sella e ripercorriamo la strada dell’andata fino al centro equestre. Qui iniziamo a racimolare le nostre cose, la mattina seguente si riparte.
Trasferimento Fluminimaggiore-Villasimius 161 km
Ci svegliamo consapevoli di dover abbandonare la costa ovest per la costa sud affrontando uno dei trasferimenti più noiosi. Percorriamo la costa fino a Masua dove si gode di una vista spettacolare sulla miniera e sullo scoglio Pan di Zucchero. Si prosegue per Nebida, passiamo Fontanama per riprendere la ss126 poi ss130 e via dritti fino a Cagliari. Una volta liberi dal tipico traffico cittadino che si incontra costeggiando il centro e dopo un breve tratto di costa raggiungiamo Villasimius e il camping Spiaggia del Riso dove ci fermeremo una sola notte. Check-in, montiamo la tenda e pranziamo al self service del camping che la sera diventa ristorante. Al pomeriggio andiamo alla spiaggia di Porto Giunco, a pochi minuti di distanza. Parcheggiamo e raggiungiamo a piedi la caletta passando accanto allo stagno di Notteri. Camminiamo più del solito fino a raggiungere la spiaggia che sta proprio sotto la torre che domina il promontorio. Il mare è un acquario. Ci fermiamo fino al tramonto e con il passare delle ore l’acqua sembra farsi più calda invece che raffreddarsi, in alcuni tratti la sabbia è rosa. Ceniamo in camping con una pizza ripensando ai giorni già trascorsi, ma non è ancora finita!
Trasferimento Villasimius – Cugnana 318 km
La mattina seguente scambiamo quattro chiacchiere con altri motociclisti che, come noi, si sono fermati in campeggio per la notte e stanno percorrendo l’isola nel senso opposto al nostro. Ci consigliano di seguire la vecchia ss125 dove si possono affrontare passi di montagna che svettano nell’entroterra dell’isola.
Ore 10:00, ripartiamo in direzione nord decidendo di seguire la nuova 125. Percorriamo un tratto costiero, ma il richiamo delle curve è troppo forte così decidiamo di fare una piccola deviazione sulla vecchia 125. Tornanti scorrevoli da terza/quarta marcia ci portano a salire di quota fino a ritrovarci in una vallata circondati da boschi di abeti. Sembra di essere nel Montana o su un passo delle Dolomiti, è incredibile come il paesaggio cambi in pochi chilometri.
Scattata una fotografia, proseguiamo in direzione Biderosa, famosa per la sua Oasi. L’ingresso è a pagamento e a numero chiuso, circa 8€ per le moto, ma vale la visita. Seguiamo una strada sterrata che attraversa tutta l’oasi costeggiando uno stagno per portare, infine, al mare. Ci godiamo il percorso nella natura, arriviamo al parcheggio dove prendiamo un sasso a 3 all’ora e cadiamo da principianti. Pranziamo sulla spiaggia vista mare. La temperatura è cambiata e l’acqua sembra più fresca dei giorni precedenti. Prima che cali il sole riprendiamo la strada verso Cugnana, mancano poco meno di cento chilometri. Alloggiamo nello stesso campeggio dei primi giorni trascorsi sull’isola, ma questa volta in tenda. Ceniamo e andiamo a letto provati dal trasferimento, ma consapevoli di aver completato il giro dell’isola!!
Ultimi giorni in località Cugnana e in Sardegna.
Gli ultimi giorni qui sono all’insegna del relax, dopotutto è la nostra vacanza estiva, la aspettavamo da tempo e la sognavamo da un anno. Scegliamo la spiaggia di Capriccioli per una giornata di sole e mare. Qui ci sono diverse spiagge tutte stupende e dove capitate, capitate bene. La sera, dopo cena, facciamo due passi a Porto Rotondo. Consigliamo di parcheggiare al porto e costeggiarlo a piedi per arrivare ai locali dalla parte opposta, la zona è molto carina e tranquilla.
È giovedì e a San Pantaleo c’è il mercato, cogliamo l’occasione per fare colazione e due passi lì in cerca di qualche souvenir. Potete trovare prodotti tipici, ogni tipo di vestiario e l’artigianato locale. Se non ci siete mai stati, mettetelo sulla lista dei luoghi da vedere almeno una volta. Per arrivarci, da Olbia o da Cugnana, la strada è incredibile. In un attimo si passa dalla costa alle curve con vista mare e Isola di Mortorio sullo sfondo. San Pantaleo è un piccolo gioiello incastonato nelle rocce, si anima nel giorno del mercato, ma per il resto della settimana è silenzioso e magico. Il pomeriggio torniamo a Cala Brandinchi per riempirci gli occhi con il suo mare cristallino, salutiamo anche la famigliola di cinghiali che si ripresenta. Prima di tornare al campeggio facciamo una deviazione di pochi chilometri verso Capo Coda Cavallo, per ammirare il panorama sull’isola di Tavolara e sulla costa. Il posto è perfetto per scattare qualche foto in sella alla vostra moto. Si chiude qui il nostro penultimo giorno.
Il nostro viaggio è quasi giunto al termine, l’ultimo giorno scegliamo una nuova spiaggia sulla mappa dove passare la mattinata. Arriviamo a Isuledda, a sud di Olbia poco dopo San Teodoro. Qui però ad accoglierci è un mare mosso dal vento, segno che l’estate sta finendo.
Pranziamo al barettino ben fornito dietro al quale notiamo uno stagno con alcuni fenicotteri. Le ore passano e rientriamo alla base con un po’ di malinconia. Smontiamo la tenda, prepariamo i bagagli e carichiamo la moto. Mangiamo qualcosa prima di arrivare in porto e salire sulla nave che nella notte ci porterà sulla terraferma. Ci imbarchiamo a Olbia e alle prime luci dell’alba siamo al porto di Livorno. Da qui ancora 330 km e un forte temporale prima di arrivare a casa, dove rimarremo per un pò sognando nuove mete da esplorare. Seguiteci, in attesa di ripartire per la prossima avventura!
Grazie TRUERIDERS, buona strada ragazzi!
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