Cinque Terre, Bobbio e gli Appennini in moto - TrueRiders

Da un tramonto e una granita, a una granita e un tramonto. Viaggio con e senza “mutande”

Community TrueRiders  | 24 Ott 2022  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Parto all’ora di cena, farò tappa a Bologna. Vado incontro al primo tramonto di questo viaggio. A Bologna fa un caldo infernale, è l’ora di bersi una granita.

Alla sveglia mi aspetta un’ora e mezza di autostrada. Uscita Piacenza, direzione Bobbio. Una breve sosta a Rivergaro per il caffè e raggiungo la prima meta per l’ora di pranzo. Il caldo torrido annunciato si fa sentire. Due battute con un altro motociclista che mi dice che al passo è ancora più caldo.

Il ponte romano sul fiume Trebbia è affascinante, poi con quell’acqua fresca che scorre sotto è un’attrazione fatale. Trovo un piccolo pezzetto di spiaggia e via giacca, stivali, pantaloni e… ‘splash’ in acqua. Non ho con me il ricambio, è rimasto tutto sulla moto a 100 passi sotto il sole. Fa niente, via l’intimo e su i pantaloni, stivali e giacca pronto a ripartire. Non è questa la mia destinazione oggi.

Da Bobbio a Sottocolle la SP45 è uno spettacolo, pari alla bellezza delle più blasonate gole del Verdon in Provenza. Una strada che avvolge il torrente seguendo il suo percorso tortuoso con curve strette e aperte senza mai ripetersi. Una bibita alla spuma al bar dei motociclisti, svolta a sinistra direzione Chiavari sulla SP77 fino a Recco e sosta a Camogli. Rimetto le mutande e mi tuffo in mare. Tolgo le mutande, mi rivesto e vado in albergo. Zzzzz.

Sveglia, focaccia di Recco e di nuovo, togli le mutande, metti il costume e di nuovo a bagno in mare. Togli il costume, metti le mutande. Meglio no?

Oggi la strada passa tutta sulla costa ligure fino alle Cinque Terre. A Trigoso, subito passato Sestri Levante, svolto a destra per continuare a costeggiare il mare (SP370). È una strada da provare tra claustrofobiche strette gallerie e ampi scorci panoramici sul mare.

È ancora mattina presto, ma le temperature hanno già superato i 30 gradi. Portofino, caletta di spiaggia libera, via la giacca, via i pantaloni, e… togli le mutande, metti costume e ‘splash’, un tuffo nell’acqua fresca e cristallina. Togli il costume, metti le mutande e stendi tutto sulle borse della moto.

Raggiunto Riomaggiore, ultima o prima delle Cinque terre, c’è solo il tempo per un drink e poi verso i monti sperando in un po’ di refrigerio con l’arrivo della sera, direzione passo della Cisa. Arrivato quasi alla vetta, stremato, attraverso il borgo di Montelungo Terme. Terme? Terme=acqua. Osteria=mangiare. Chiedo subito all’oste: “dove sono le terme? Fino a che ora si può cenare? Risposta: “è 20 anni che dicono che le faranno, ma ancora non c’è niente”. Pazienza, la cena è stata ottima con la pittoresca compagnia degli anziani del luogo e l’alloggio nel B&B vicino gradevolissimo.

Ultima giornata di gran moto: poco prima di raggiungere il passo della Cisa imbocco la strada per Gravagna che mi porterà in fondovalle per poi risalire (SP42 – SP108) nel Parco dei Cento Laghi tra Emilia e Toscana. Una gustosa merenda a base di prosciutto crudo a Lago Santo Parmense e di nuovo in sella verso la valle del torrente Parma. Un altro sforzo per raggiungere la valle dell’Enza (SP84-SP665) e proseguire sulla SP15 fino ad incrociare la SS63 in cima al valico del Cerreto. Risultato: tre passi per un delizioso piatto di riso coi funghi.

Poi a Bologna per la granita e fino a casa con il tramonto alle mie spalle.



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