Il Parco Nazionale Gran Paradiso fu istituito nel 1922 e, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, è il più antico d’Italia. Originariamente l’area fu protetta per salvaguardare lo stambecco in via d’estinzione, dopo essere stata area di caccia della monarchia sabauda.
L’unico massiccio montuoso del Parco Nazionale è il Gran Paradiso, alto oltre 4000 metri, dal quale partono le sei valli di Val di Cogne, Val di Rhêmes, Valsavarenche, Valle dell’Orco, Valle di Champorcher e Valle Soana. Oggi questo paradiso naturalistico è anche un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’arrampicata che qui accorrono ogni anno. Ma se siete sportivi al 100%, potete raggiungere questi luoghi d’arrampicata in moto da maggio a settembre. Ecco che oggi vi consigliamo l’itinerario!
Partiamo dalla zona dei Castelli del Canavese, in particolare dal Castello Ducale di Agliè, e percorriamo il versante sud del Gran Paradiso. Imbocchiamo la SP 222 per Cuorgnè e poi la SP 58 in direzione di Strada Provinciale 460 di Ceresole. Il percorso è abbastanza obbligato. Questo tratto resta chiuso al traffico dal 15 ottobre al 15 maggio, in quanto non viene liberato dalle nevi invernali. Seguiamo la SP 460 di Ceresole in direzione di SP 50 fino a Ceresole Reale.
Il resto dell’anno rimane chiuso la domenica per limitare il traffico automobilistico. Il percorso in moto è alquanto lineare e il manto ben asfaltato. Ed ecco che in circa un’ora vi porta al Sergent dove potrete dedicarvi alla vostra arrampicata.
In località Ceresole Reale, sulle pareti del Sergent, è possibile praticare diversi tipi di arrampicate. Se volete provare il brivido potete risalire la “Fessura della disperazione”, una storica via aperta da Danilo Galante e Roberto Bonelli in pieno stile d’arrampicata anni ’70.
Vie meno rischiose ma ugualmente suggestive sono poi: “Cannabis”, “Diedro del mistero” o “Miroir doc”. In alternativa vi aspetta l’artificiale estremo di Valerio Folco o le nuove vie tracciate lungo la palestra di “Rock Diga”: un muro di arrampicata sulla grande diga di Ceresole Reale. Infine potete optare per la palestra attrezzata di Pian della Balma, dedicata a chi muove i primi passi… in verticale.
L’abbigliamento da arrampicata deve soddisfare criteri elevati. Se poi abbiamo intenzione di spostarci su due ruote è ancora più necessario poter contare su indumenti che assicurino ampia libertà di movimento e resistenza. La resistenza a strappi e abrasioni è poi un’ulteriore alleata sia nell’arrampicata che nel malaugurato caso di una caduta dalla moto; così come la traspirazione del tessuto aiuta a scongiurare malanni sia sulla roccia che sull’asfalto.
La nuova collezione da arrampicata Alpine Hemp di Salewa esaudisce tutti questi desideri di massima prestazione e sicurezza, oltre ad incarnare uno dei valori fondamentali dell’azienda: l’ecosostenibilità. I nostri amici climber, che praticano attività nella natura, sono i primi a sospendere questa nostra politica eco-friendly. Il segreto di questa collezione Salewa è un tessuto inedito realizzato con fibre di canapa unite a poliestere riciclato, cotone bio ed elastan.
Oltre ad essere un tessuto naturale, comodo e molto piacevole sulla pelle, questo materiale è anche incredibilmente robusto (in particolare sulle ginocchia e nella zona sotto l’imbracatura) e al contempo soffice, traspirante e altamente elastico.
Laureata in Lettere Moderne e insegnante di scuola superiore, ho fatto della mia passione per l'Italiano anche un lavoro. Infatti ogni pomeriggio indosso i panni della Copywriter e, decisa a raccontare il mondo, scrivo da diversi anni di turismo e di sosteniblità aziendale. Collaboro con diverse realtà, tra le quali TrueRiders, che mi permette di trasformare l'euforia sulla tastiera in adrenalina su due ruote.
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