Santuario di Prascondù e il Canavese in moto - TrueRiders

Santuario di Prascondù e il Canavese in moto

Stefano Maria Meconi  | 04 Mar 2021  | Tempo di lettura: 5 minuti
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Immerso in una scenografica vallata d’alta quota del Canavese, nell’Alto Piemonte, il Santuario di Prascondù è un sito religioso così bello che merita da solo il viaggio. E non è una camminata (o un mototour) di quelli semplici, robetta da mezz’ora. Perché per arrivare qui bisogna scalare la montagna, abbandonare le comodità e dotarsi di una sana dose di devozione religiosa.

Un percorso che ispira la ricerca della spiritualità e il ritorno all’essenziale, circondati come si è dalla placida serenità delle nostre amate montagne. Ci troviamo infatti ai piedi del Parco nazionale del Gran Paradiso, vero capolavoro di Madre Natura e il più antico dei parchi italiani. Pensate: nel 2022, tra non molto dunque, il Gran Paradiso compie il suo 100° compleanno.

Gran bel traguardo per questo amplissimo spazio del Nord Italia, nato sotto il regno di Vittorio Emanuele III ma sul quale l’attenzione si era posata dai tempi di Carlo Felice, un secolo prima. Ed è proprio nelle terre sabaude che si sviluppa l’itinerario del Santuario, un ridiscendere armonico, ricco di curve ed eterogeneo, che ci porterà dritti fino a Torino.

Pronti a partire?

1 Tutto quello che c’è da sapere sul Santuario di Prascondù

1.1 Da Ribordone a Loreto

Nel 1618, il giovane Giovannino Berardi perde le parola. È un ragazzo che vive a Ribordone, comune di appena 49 abitanti a oltre mille metri d’altezza nel torinese. L’anno ‘muto’ trascorre senza speranze, ma è il 27 agosto 1619 che succede qualcosa di improvviso. Giovannino ha un’apparizione della Vergine Maria. Per riacquistare la parola, deve andare a Loreto in pellegrinaggio, proprio come aveva promesso il padre facendo voto alla Madonna.

Il giovane si incammina così verso il più importante santuario mariano d’Italia, dove la tradizione vuole che sia conservata la Casa di Maria. Il viaggio è lunghissimo, 600 chilometri all’andata e 600 al ritorno. Ma è proprio di rientro a Ribordone che Giovannino torna a parlare. È un miracolo, e tutti i suoi concittadini presto ne vengono a conoscenza. Si decide così di costruire una cappella votiva dove il ragazzo ha avuto la visione della Vergine. La montagna però non è amica, e una valanga porta via l’edificio dopo pochi anni.

Il Santuario di Prascondù viene allora spostato verso il fondovalle, e anno dopo anno prende la forma che possiamo ammirare oggi. La consacrazione risale al 1659, ma gli ultimi edifici vengono completati addirittura nel corso del Novecento. Il 27 agosto 2019 a Prascondù è stato celebrato il 400° anniversario dell’Apparizione di Ribordone. Un evento nel quale la statua lignea di colore scuro (quella di Loreto è infatti detta la Madonna Nera) è stata incoronata dal vescovo di Ivrea: è successo solo 5 volte in quattro secoli, un evento raro e che ha richiamato migliaia di fedeli da tutte le zone circostanti.

Santuario di Prascondù, dettaglio chiesa

1.2 Il Santuario di Prascondù

Il complesso del santuario (il cui nome parrebbe indicare un prato nascosto) fu costruito dapprima nel 1620-1621, ma come dicevamo venne distrutto poco dopo da una frana. Si decise così di sfruttare un prato, ovvero una zona pianeggiante tra le montagne a quota 1321 m s.l.m.

Una temperatura piacevolmente fresca anche nei mesi più caldi, con la natura rigogliosa del Gran Paradiso tutt’intorno. Un vero luogo da sogno, sul quale insiste un gruppo di edifici che include la chiesa e il convento. Entrambi gli elementi del Santuario di Prescondù sorgono su un “rialzo” artificiale di pietra, che rende tutto il complesso più stabile e a riparo da frane o altri fenomeni naturali. Il tutto con i colori tenui dell’ocra, dell’arancio e del grigio della pietra locale.

All’interno del Santuario si trova anche un museo, dedicato al tema della religiosità popolare. Al suo interno una esposizione multimediale permette di apprezzare i temi della fede nel territorio del Canavese e del Gran Paradiso.

1.3 Nei dintorni: il Parco nazionale del Gran Paradiso

Colle del Nivolet
La strada del Colle del Nivolet, immersa nel Parco nazionale del Gran Paradiso

Sono circa 71 mila gli ettari di terreno protetti del Parco Nazionale del Gran Paradiso, all’interno del quale insiste il Santuario di Prascondù. Una zona di montagna che i motociclisti conoscono bene, grazie alla presenza di strade d’autore. Prima tra tutte quella del Colle del Nivolet, percorso one-way tra Ceresole Reale e Valsavarenche.

Il territorio del parco insiste su tredici comuni, sei in provincia di Torino e sette nella provincia-regione della Valle d’Aosta. Ciascuno di loro merita una visita, grazie ai magnifici paesaggi d’alta quota che regala. Come Cogne, meta sciistica particolarmente apprezzata e alla quale è purtroppo legato un tragico episodio di cronaca dei primi anni Duemila. Oppure la vicina Introd, nella quale hanno trascorso le vacanze estive sia Papa Giovanni Paolo II che Benedetto XVI.

Che sia per ammirare i laghi o le cascate, scoprire gli esemplari di camoscio e stambecco, o anche semplicemente per una passeggiata nel verde dopo aver visitato il Santuario di Prescondù, il Parco nazionale del Gran Paradiso è una meta irrinunciabile in ogni momento dell’anno.

Momento migliore? Sicuramente la primavera, tra maggio e giugno, quando la natura del parco si mostra in tutto il suo splendore.

2 Santuario di Prascondù

2.1 Mappa

2.2 Percorso

L’itinerario del Santuario di Prascondù, lungo 139 chilometri per una durata di tre ore abbondanti, è un vero andirivieni tra le bellezze dei monti dell’Alto Piemonte. Si parte da Ribordone, nel cuore del Parco nazionale del Gran Paradiso e si arriva a Torino, la prima capitale dell’Italia unita.

Un viaggio da compiere in giornata che già nella sua prima parte mostra tratti decisamente interessanti. Come quello che, una volta giunti a Sparone (11 km dal Santuario), passa per Formiero in direzione di Forno Canavese. Qui la SP42, che arriva al Sacro Monte di Belmonte, attraversa fitte e rigogliose zone boschive, affrontando dislivelli e curve davvero niente male.

Un po’ come il Santuario di Prascondù, anche Belmonte è un luogo della religiosità piemontese che vale la pena il viaggio o, in questo caso, la deviazione di pochi chilometri. In circa 26 chilometri arriviamo a Lanzo Torinese, dove incrociamo il percorso della Stura di Lanzo, uno dei fiumi secondari del Nord Italia e a poca distanza dall’aeroporto di Torino-Caselle.

Non arriviamo però subito al capoluogo piemontese, ma deviamo verso Viù, dove ci aspetta la ‘scalata’ ai 1200 m del Colle San Giovanni (SP197). Un tratto decisamente tortuoso, molto bello da fare in sella che ci porta dritti (circa) verso Sant’Ambrogio di Torino. Sono oltre 100 oramai i km che ci separano dal Santuario di Prascondù, mentre dalla città sabauda distiamo 30 km.

Si può scegliere di prendere la E70 oppure percorrere l’ultimo tratto lungo la Statale 25, approfittando di un’ultima sosta intermedia nella bella Rivoli prima di giungere a destinazione.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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