Il percorso della Volterrana è una delle direttrici turistiche di maggior interesse della Toscana. Ci troviamo a metà strada tra Grosseto e Lucca, in una sorta di spartiacque tra la Maremma e la Versilia. Una zona sicuramente molto piacevole per ogni viaggiatore, grazie all’eterogeneità della sua proposta. Questa si compone infatti di città d’arte, spettacoli naturali, affacci panoramici su terre di immutata bellezza. Se in Toscana si è scritta buona parte della storia d’Italia, è lungo questo percorso di circa 90 chilometri che ne scopriamo gli accenni più interessanti. Un itinerario ideale in primavera, ma che può essere percorso tranquillamente in ogni momento dell’anno.
L’itinerario lungo la Volterrana inizia da Cecina, comune del livornese che sin da fine Settecento fu al centro di importanti opere di urbanizzazione e sviluppo economico. Dopo un breve tratto di raccordo lungo la SP29, raggiungiamo la Regionale 68 che ci accompagnerà verso Colle di Val d’Elsa. L’itinerario è piuttosto lineare e non richiede costanti sguardi alla mappa. Piuttosto – e senza distrarci, magari con pause regolari – proseguiamo dritti verso Saline, dove possiamo sì fermarci a scoprire i siti minerari della zona. Una sorta di “introduzione tematica” prima di arrivare a Volterra, che da Saline dista appena 10 chilometri.
Qui una passeggiata è d’obbligo, per scoprire l’antico borgo e fermarsi a degustare le prelibatezze della cucina toscana. Una volta rifocillati, sono 27 i chilometri che ci separano da Colle Val d’Elsa, da percorrere sfiorando la Riserva naturale Foresta di Berignone, un bel sito naturale tra Ponsano e Lanciaia. Una volta giunti a Colle, la scelta è tutta personale: fare una sosta e poi proseguire per San Gimignano, oppure dedicare magari un intero weekend a queste due suggestive località? Relax e proposte ricettive in zona non mancano di certo.
Colle Val d’Elsa e San Gimignano distano peraltro appena 16 chilometri, dunque non avrete difficoltà a muovervi tra un comune all’altro della Volterrana.
La Via Volterrana è un percorso alternativo alla FI-PI-LI, l’autostrada che unisce il capoluogo toscano a Livorno e alla costa tirrenica. Per anni, prima del completamento della grande strada transprovinciale, questo era il collegamento storico tra l’entroterra e la costa livornese. Il territorio attraversato dalla fu strada salaiola (era questa infatti una “Via del Sale”, che congiungeva le miniera volterrane ai porti toscani) si caratterizza per la successione armonica di collinette e zone più pianeggianti.
La SR68 (questo il suo nome… in codice!) tocca in successione Ponteginori, le Saline di Volterra e la stessa Volterra, prevalentemente su zone pianeggianti, divenendo più collinare verso Castel San Gimignano e Colle di Val d’Elsa. Tutt’intorno, gli straordinari paesaggi toscani – immortalati da turisti e artisti – accompagnano una delle strade panoramiche più belle d’Italia.
Sono molti i punti d’interesse toccati dalla Volterrana, a iniziare dalla città che le da il nome: Volterra. Spesso definita città dell’alabastro grazie alla sua pietra tradizionale, è un centro medievale di grande pregio. Fulcro della cultura etrusca per secoli, ospita il Museo Guarnacci, con una importante collezione di reperti provenienti dai territori dell’antica Etruria. Poco prima di giungere in città, Saline di Volterra richiama alla mente la tradizione mineraria ed estrattiva della Toscana. Vi si visita il Museo delle miniere (che si trova non lontano dal bivio per Montecatini Val di Cecina), che ci fa fare un tuffo nel passato di questo territorio.
Prima di giungere a destinazione, eccoci a Colle Val d’Elsa: la visione a 360 gradi sulla vallata che le da il nome è sorprendente. Non solo paesaggi e antichi edifici, perché qui l’arte è di casa. Qui nacque, nel 1240, lo scultore Arnolfo di Cambio e ancora oggi vi si produce il cristallo, in misura tale da poterla definire la capitale italiana della cristalleria. Impossibile poi non citare San Gimignano, che qualche simpatico scrittore ha definito, non senza una certa originalità, la Manhattan del Medioevo. Se sovvertissimo la prospettiva per un momento, forse sarebbe New York a doversi chiamare la San Gimignano dei giorni nostri.
Qui infatti, intorno al XIII-XIV secolo si contavano complessivamente settantadue torri, alte fino a 54 metri. Questo era infatti il limite imposto dalla Torre Grossa (o del Podestà), appena sfiorata dai 52 metri della celebre Torre Rognosa. Oggi quelle rimaste sono solo 14, escludendo la Collegiata con il suo campanile e Torre Pesciolini (non conteggiate per motivi architettonici specifici). La suggestiva tensione verso l’alto di San Gimignano, unitamente all’eden naturale che la circonda, l’ha resa nell’ultimo trentennio una delle mete più visitate della Toscana e d’Italia. Ha contribuito, in questo senso, l’assegnazione del Bene patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1990.
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