Sulle sponde del Po, la Bassa parmense è un’area storico-geografica dove si è scritta una importante fetta della storia d’Italia. Qui si ritrovano antichi castelli, moderni labirinti, piccoli borghi e lo scorrere del più lungo fiume nazionale.
Nonostante non sia una zona “motociclistica” in senso stretto, percorrerla in moto potrà risultare piacevole per vari motivi. Innanzitutto, è un itinerario da compiere facilmente in giornata, senza particolari pretese o difficoltà.
L’importanza dei luoghi toccati – per la storia, la musica o la cultura popolare – è inoltre decisamente significativa, e suggerisce delle tappe che non lasciano certamente delusi.
Infine, la grande varietà di questi luoghi (non geografica, ma certamente panoramica) rende il percorso altrettanto valido rispetto al solito corollario di valichi e passi di montagna, che pure sono i nostri preferiti.
La Bassa parmense è una zona tipicamente pianeggiante dell’Emilia-Romagna, con un dislivello tra comuni che non supera i 30-40 metri. Si tratta di una pianura alluvionale, costeggiata a nord per l’intera lunghezza dal fiume Po. Appartiene, come è facile intuire, alla provincia di Parma.
Nonostante una sempre maggiore attenzione ai fenomeni delle piene, con la costruzione di casse di espansione, ancora nel 2014 si è verificata una grave alluvione. La stessa zona fu drammaticamente interessata dall’alluvione del Polesine del 1951, che devastò le province di Rovigo e Venezia. Un punto molto fragile, ma bellissimo, della nostra amata penisola italiana.
La bassa, così viene chiamata in zona, si suddivide in dodici comuni: quelli della bassa ovest e quelli della bassa est. In particolare appartengono bassa ovest:
Fanno parte della bassa est i comuni di:
Il centro abitato più vicino a Parma è Sorbolo Mezzani (14 km), quello più lontano è Busseto (41 km).
Territorio dalla profonda vocazione gastronomica, la Bassa parmense ospita innumerevoli luoghi d’interesse, monumenti e punti d’attrazione. La visita alla zona trova i suoi apici in Busseto, Fidenza e Fontanellato.
Busseto, che fu capitale dello Stato Pallavicino dal 1394 al 1585, conserva in modo pregevole le tracce del suo antico e glorioso passato. La Rocca Pallavicino, oggi impiegata come sede del Municipio, è uno splendido edificio dalle forme di sintesi tra una dimora nobiliare e un castello. Costruita intorno all’anno Mille, al suo interno ospita il Teatro Giuseppe Verdi.
Il nome del più noto compositore italiano è di casa: Verdi nacque nella frazione Le Roncole di Busseto nel 1813, vi visse per anni ed è qui che si trova Casa Barezzi. L’edificio, di epoca ottocentesca, apparteneva ad Antonio Barezzi, suocero di Verdi, e oggi ospita il Museo Verdiano.
Oltre alle architetture civili e religiose, vale la pena soffermarsi ad ammirare la Corte delle Piacentine, elegante edificio rurale del 1820-1832, è oggi un pregiatissimo agriturismo della zona.
La vicina località di Fontanellato è ampiamente considerata come una meta turistica a tutto tondo. Tra i suoi riconoscimenti figurano la Bandiera Arancione del TCI, quello di Città d’Arte e Cultura e quello di Cittaslow per i temi dell’enogastronomia e della qualità della vita.
Splendida la Rocca Sanvitale che, costruita dal 1124, è oggi quasi interamente circondata dalle acque. Ricorda un po’ il Castello Estense di Ferrara, mantenendo splendide decorazioni interne come quelle della Saletta di Diana e Atteone, opera del primo Cinquecento del Parmigianino.
Insieme agli eleganti profili del Santuario della Vergine del Soccorso e dell’Oratorio di Santa Maria Assunta, Fontanellato ha un luogo che stupisce davvero: il Labirinto della Masone.
La sua realizzazione, che risale solo al 2015, si deve al progetto visionario dell’editore Franco Maria Ricci, che ha voluto dedicare a questo labirinto uno spazio di 70mila metri quadrati. Il percorso, che si apre lungo una piantagione di duecentomila piante di bambù, è arricchito dalla presenza di una galleria d’arte.
Al suo interno vi sono ospitate, lungo uno showroom di cinquemila metri quadrati, opere di grandissimo pregio: Ludovico Carracci, Gian Lorenzo Bernini, Francesco Hayez, Antonio Ligabue e non solo. Vi è possibile ammirare anche la copia originale del Codex Seraphinianus, curioso volume in un alfabeto sconosciuto di Luigi Serafini.
Partenza e arrivo nel capoluogo di provincia e 122 chilometri di percorso lungo la Bassa parmense. Dedichiamo alla bella città emiliana una lunga e approfondita visita, lasciandoci conquistare dalle sue storiche architetture, come quella del Battistero.
La città, Capitale italiana della cultura 2020, suggerisce anche una approfondita analisi del suo patrimonio enogastronomico, magari proprio a conclusione del tour.
Lasciata Parma, sono 22 i chilometri che ci separano dal Labirinto della Masone di Fontanellato. Li percorriamo seguendo la SS9, ovvero la Via Emilia, fondamentale arteria della Pianura Padana.
Dopo aver scoperto il curioso edificio, opera del maestro Franco Maria Ricci, proseguiamo per il centro di Fontanellato (5 km) alla ricerca delle antiche tracce di queste terre. La visita si conclude, e risaliamo in sella alla volta di Busseto, la città di Giuseppe Verdi. Lungo i 18,4 km che ci separano dalla prossima meta passeremo proprio per Roncole, dove il maestro nacque oltre due secoli fa.
Qui non possiamo che fermarci a scoprire i luoghi – civili e religiosi – di una piccola cittadina straordinaria, che dista un tiro di schioppo dal Po. Sarà proprio lui ad accompagnarci per larga parte di questo tour, toccando Roccabianca e Colorno lungo la strada che, in circa 50 chilometri, ci porta a Brescello.
Siamo usciti dalla Bassa parmense deviando verso la provincia di Reggio Emilia, ma c’è un buon motivo per farlo. Brescello è infatti la città di Don Camillo e Peppone, il celebre ciclo di racconti (trasformati in film) nati dalla penna di Giovannino Guareschi. Scomparso nel 1968, lo stesso Guareschi veniva proprio da queste zone: era nato a Fontanelle di Roccabianca, nella Bassa, il 1° maggio 1908.
Passeggiando per la piazza principale, dove si ammira il profilo elegante della Chiesa di Santa Maria Nascente, ci si imbatte quasi per caso nella statua di Don Camillo, con le sembianze dell’attore francese Fernandel, sua rappresentazione più celebre. A Brescello si può visitare il Museo di Don Camillo e Peppone, dove sono ricordati i primi cinque film del ciclo. Il sesto, Don Camillo e i giovani d’oggi, fu infatti girato a San Secondo Parmense.
Il nostro percorso lungo la Bassa parmense prosegue per altri 24 chilometri, passando per Sorbolo e Lentigione e terminando infine nel luogo di partenza, Parma per l’appunto.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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