I Nuraghi sono uno dei simboli della Sardegna, l’altro volto che l’isola sarda ha da offrire ai suoi turisti dopo il mare. Sono unici, poiché non si trovano in nessun’altra regione al mondo. Essi rappresentano la sede che ospitava l’antica civiltà nuragica.
I primi Nuraghi furono costruiti a partire dal secondo millennio a.C., dunque circa 4.000 anni fa. In totale se ne contano ancora oggi settemila (in media uno ogni 3 km quadrati), sparsi per tutta l’area della Sardegna, sia lungo la costa che nella Sardegna centrale.
La proposta odierna di itinerario coinvolge le aree dell’isola dove vi è la maggiore concentrazione di Nuraghi: paesaggi selvaggi, a tratti leggendari, lungo una terra rimasta troppo spesso all’ombra della pubblicizzata costa sarda, perfetta per un tour su due ruote dalla primavera all’autunno.
I Nuraghi, che insieme al mare cristallino costituiscono l’emblema (orgoglio) della Sardegna, sono costruiti con grandi blocchi di pietra e hanno una forma tronco conica. La maggior parte di loro somigliano a delle vere e proprie torri, altri invece sono assimilabili a dei castelli. Nel corso dei secoli, numerosi studiosi hanno rivolto la loro attenzione alla civiltà nuragica, cercando di trovare una risposta alla domanda su quale sia stata la loro funzione all’interno dell’antica civiltà sarda.
La conclusione più gettonata al momento rimane quella di fortezza militare, utilizzata dalla popolazione nuragica per difendersi dalle invasioni dei popoli mediterranei prima (cartaginesi) e dai romani poi. Oltre alla tesi sulla funzione militare, è accreditata anche quella religiosa, con i nuraghi che sarebbero stati utilizzati come tombe per i guerrieri nuragici più valorosi. Tra tutti i Nuraghi presenti in Sardegna, il più famoso è il Nuraghe Su Nuraxi, che si trova a Barumini. Di recente è stato nominato Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.
L’area di maggiore interesse per un tour in Sardegna alla scoperta dei Nuraghi è determinata dai territori di Orroli, Villanovafranca e Barumini, dove si possono ammirare rispettivamente i nuraghi Arrubiu (il più grande), Su Mulinu (luogo di culto dal XIV secolo a.C.) e Su Nuraxi (il più famoso).
Si è nella regione storica della Marmilla, dove si ha l’opportunità di ammirare anche la giara di Gesturi, un altopiano basaltico nel centro della Sardegna che ospita i celebri cavallini della Giara (anche loro unici al mondo).
Facendo riferimento alla proposta di itinerario che segue, una volta arrivati alla tappa conclusiva di Arzachena si può proseguire più a nord per raggiungere la splendida costa nord orientale della Sardegna, conosciuta anche come Costa Smeralda.
Quando invece ci si trova dalle parti di Villanova Truschedu è possibile fare una deviazione a Oristano, più precisamente presso l’area archeologica di Tharros, non distante dal centro abitato di Cabras.
La nostra proposta di itinerario prevede come base di partenza il comune di Orroli, in provincia di Cagliari. L’arrivo è fissato ad Arzachena, secondo centro più popoloso della Gallura.
In totale, il percorso da affrontare in moto misura 316 km, con una durata complessiva di poco meno di 5 ore (soste escluse). A Orroli si trova il Nuraghe Arrubiu, il più grande di tutta la Sardegna. Da qui si arriva a Isili, dove è possibile visitare il Nuraghe Is Paras e la sua enorme sala interna.
La tappa successiva è Barumini, che ospita il Nuraghe Su Nuraxi (Patrimonio UNESCO). Ci si sposta poi a Villanovafranca, dove si trova il noto complesso nuragico Su Mulinu. Dalla provincia del Sud Sardegna si entra in quella di Oristano per fare tappa a Villanova Truschedu (Nuraghe Santa Barbara) e Abbasanta, centro del Nuraghe Losa.
Si prosegue verso nord, entrando nella provincia di Nuoro facendo visita al Nuraghe di Santa Sarbana presso il comune di Silanus. Prima della tappa conclusiva di Arzachena, dove c’è il complesso nuragico La Prisgiona, ci si ferma a Chiaramonti (sempre in provincia di Sassari), per fare visita al Nuraghe Ruju.
Il periodo migliore per visitare i Nuraghi della Sardegna va da aprile a ottobre inoltrato. Volendo approfittare della vicinanza della Costa Smeralda nei pressi di Arzachena, meta conclusiva dell’itinerario, il consiglio è di organizzare il tour in moto a fine maggio o partire dalla seconda metà di settembre.
Il clima della Sardegna è di tipo mediterraneo. Gli inverni sono miti, mentre in estate le temperature raggiungono in media i 30 gradi. Grazie al vento di maestrale o scirocco, anche nelle giornate più calde si ha un po’ di refrigerio.
Il percorso dell’itinerario prevede la percorrenza di alcune delle principali strade statali del centro Sardegna, dove i limiti vanno da 70 a 110 km/h. La velocità più alta consentita è nel tratto di Abbasanta, quando ci si immette nella strada statale 131 che attraversa tutta la Sardegna da Cagliari a Olbia. Il consiglio è di utilizzare una moto gran turismo, in considerazione della lunghezza di oltre 300 km del percorso.
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